Stanno parlando di noi

Stanno parlando di noi. Stanno parlando di persone, di dolori tenuti sotto le coperte e scommesse sul futuro, stanno parlando di abbracci, di case, di figli, di donne e di uomini come noi, come voi, in fondo perfino come loro. Parlano, parlano, compilano classifiche e polemiche, fanno distinguo, si nascondono dietro emendamenti e sottigliezze, sollevano cartelli sicuri di sapere cos’è giusto e cos’è sbagliato, e il diverso è sempre sbagliato, citano i filosofi e le bibbie, giocano a carte e la posta in palio è sempre qualcos’altro. Parlano, parlano, molti di loro non sanno pronunciare le parole, fanno perfino errori di grammatica ma soprattutto incespicano sui sentimenti, incapaci di capire che si parla di persone in carne e ossa e non di lobby e di fantasmi. Qualcuno dovrebbe alzare la mano e dirglielo: andateci piano, è di noi che parlate. Forse bisogna saper amare anche per riuscire a scrivere leggi giuste, provare a sentire quello che c’è fuori da noi, dal nostro guscio, dalle nostre abitudini e certezze.

Parlano di noi anche mentre siamo seduti a tavola e ceniamo, mentre mi porti il caffè a letto o pensi alle bollette e al mutuo da pagare, e guardi i figli degli altri e ne vorresti uno tuo, anzi uno nostro, parlano di Lara che è così piccola e così bella e ha due genitori che la accompagnano a scuola e le insegnano che nessuno deve sentirsi sbagliato né deve essere trattato diversamente solo perché è nato al Sud, ha i capelli rossi, è mancino, ha gli occhiali oppure l’apparecchio, ama una ragazza se è ragazza. Parlano di noi che abbiamo fatto una fatica invece per trovarle le parole quando non avevamo il coraggio di pronunciare il nostro nome, dei nostri genitori che ci hanno detto cose amarissime prima di capirci, di certi giorni che non sappiamo nemmeno come pregare, o cosa aspettare. Parlano di noi anche quando non riusciamo a capire come garantire che siamo tutti uguali non è un problema di chi ancora non lo è, è un problema, molto serio, di tutti. Parlano di noi comunque, anche se siamo maschi bianchi cattolici sani donne eterosessuali con o senza figli, tentati di voltarci dall’altra parte, di dire: accontentatevi, abbiamo altro a cui pensare. Lasciamoli parlare, mi dici tenendomi la mano. Tanto vinceremo noi.


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