Vent’anni fa

Sabato 6 gennaio 2001. Ero in camera mia. Fuori era buio ma non pioveva. Ronzio di modem 56k. Poche ore prima a Roma il Papa Giovanni Paolo II davanti a centomila fedeli in piazza San Pietro aveva chiuso la Porta Santa del Giubileo. Poche ore dopo, in diretta televisiva, Raffaella Carrà avrebbe aperto i bussolotti della Lotteria Italia per l’estrazione finale, primo premio dieci miliardi di lire. Due giorni dopo a scuola avrei dovuto portare gli esercizi numero 1, 5, 7, 10 a pagina 445 del libro di matematica e ripetere D’Annunzio. Forse la professoressa d’italiano ci avrebbe assegnato un altro tema ispirato a qualche articolo di Umberto Galimberti su Repubblica. A Washington la Corte Suprema, dopo conteggi e ricorsi, aveva proclamato George W Bush vincitore delle elezioni presidenziali che si erano tenute due mesi prima. In Thailandia vinceva le elezioni il partito di Thaksin Shinawatra, magnate delle telecomunicazioni, subito ribattezzato “il Berlusconi thailandese”. Fra qualche mese anche in Italia si sarebbero tenute le elezioni politiche, mio padre come tutti diceva che le avrebbe vinte sicuramente Berlusconi. Qualche giorno prima mi era finito davanti agli occhi un articolo del Corriere della sera: “L’invasione dei blog: il web per tutti. Pensieri, notizie, opinioni pubblicate in libertà su siti molto facili da gestire. La moda arriva dagli Usa e si sta diffondendo in Italia”. Tra i nomi citati: Matteo, Dexter, Lanfree, Metafora, Vanessa, Blogorroico.

Tempo un mese e sarei stato maggiorenne: avrei votato, preso la patente, scelto l’università, sicuramente a Roma. Roma era la città che mi piaceva più di tutte. I giornali dicevano che un kamikaze islamico legato “al super-ricercato Bin Laden” sarebbe stato pronto a farsi saltare in aria davanti l’ambasciata americana a via Veneto. Il mio numero ICQ era 104713769, quando il fiorellino era verde eri presente per chattare, ma era meglio il Mirc per chattare di nascosto fingendosi donna oppure uomo. “Esco di rado e parlo ancora meno” era il titolo del disco di Adriano Celentano, da un paio di mesi in testa alle classifiche. Avrei voluto una Vespa special (mai guidato un motorino, sempre dietro, a volte senza casco) e un’estate che avanza, come la canzone più ascoltata dell’estate prima. Ero stato innamorato ma mai ricambiato. “Chiedimi se sono felice” con Aldo, Giovanni e Giacomo era stato il film più visto nei cinema durante le vacanze natalizie appena finite. Con il mio amico Marco eravamo in fissa per “Il padrino” e per i film di Stanley Kubrick, Marco ancora non sapeva che gli esami di maturità li avrebbe fatti da solo in ospedale a Roma, senza nessuno di noi. Internet, questa cosa nuova, non sembrava né buona né cattiva. La mia casella di posta elettronica era ludik2000@libero.it, ludic va bene come nickname mi aveva detto il mio compagno di classe Francesco, le iniziali del nome e cognome e pure il richiamo all’aggettivo, certo però se lasci la c finale lo pronunceranno ludisc come fosse un giocatore serbo, mettici la k finale, nessuno si sbaglierà. Avevamo voglia di parlare con gli altri, non ancora di parlare da soli. Alle sette e mezza della sera, prima che mia madre chiamasse per cena, mi iscrivevo su blogger.com e pubblicavo il mio primo post su un blog.


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