Adulto e vaccinato

Ricominciare senza ricordare, forse, non è così terribile. Ascolto le istruzioni del dottore – scopri il braccio, non sentirai l’ago, resta dieci minuti ad aspettare – mentre mi siedo davanti a lui, provo a non ricordare che è lo stesso dottore con cui pochi mesi fa ci mandavamo messaggi ad ogni ora del giorno e della notte, parlando di mio padre, mia madre, ossigenazione, febbre, corpi malati, polmoni guasti. Scruto le siringhe, ordinate e in fila sul tavolo, non ricordo che una volta mi facevano paura e adesso no. Mi guardo attorno nel vecchio ospedale però nuovo, ristrutturato da pochi anni, dovrei ma non voglio ricordarmi che è uno di quegli ospedali di provincia tagliati come rami secchi, chiusi come uffici inutili quando si pensava solo a risparmiare un po’.

Ho appena letto su un foglio tutto quello che mi sto facendo iniettare nel mio corpo: un RNA messaggero, e poi lipide SM-102, colesterolo, distearoil-sn-glicero-3-fosfocolina, dimiristoil-rac-glicero-metossipolietilenglicole, trometamolo e trometamolo cloridrato, acido acetico, sodio acetato triidrato, saccarosio e un po’ d’acqua di cui siamo fatti. Siamo la somma delle cose che riusciamo a dimenticare lasciandole andare a fondo, o al contrario siamo la somma delle cose che teniamo e riportiamo a galla nei nostri ricordi? Mentre sento il pizzico dell’ago dimentico tutto, penso solo alla fortuna di essere qui e ora, all’infermiera che sorride sotto la mascherina. Esco fuori, nel sole di un pomeriggio di tarda primavera, adulto e vaccinato, con l’urgenza di ricominciare da dove tutti eravamo rimasti, dalla vita di prima che ora sembra vecchissima e un po’ stupida, che provo a ricordare.


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