E togli i ministri, e metti i ministri, e accorcia il recovery, e allunga il recovery, e lascia il Mes, e prendi il Mes, e dai la fiducia, e leva la fiducia, ma beato lui che ha ancora tutta ‘sta voglia di dire, di fare, di rompere, di vivere, ma come fa. Come farà lui, mi chiedo, come farà l’americano a cui hanno tolto Twitter ma non la valigetta dei codici nucleari, come farà quell’altro che ballava sui lettini in spiaggia mentre invocava pieni poteri, o quello ormai perfino rimpianto che ti avrebbe raccontato una barzelletta delle sue pure durante la fine del mondo. Sarà forse il diffuso sentimento di stanchezza presente e incertezza futura, per cui ogni voce ci rimbomba nel chiuso delle case da cui non usciamo più la sera e ogni drammatizzazione dei toni nella vita pubblica ci annoia come un film già visto, come un parente monotono, come un bimbo che per farsi notare spegnerebbe la tv mentre stai vedendo i rigori della finale dei mondiali. Mi dice un amico: ci sono quelle persone, in fondo normali, a cui è il potere che ha dato alla testa, come Macbeth qualsiasi, poi ci sono gli altri, che possono essere i più bravi e pure i più pericolosi, come novelli Riccardo III, a cui è la pazzia ad aver dato il potere.
