Nel centro di Istanbul, addosso alle acque del Bosforo, c’è una scalinata colorata dei colori dell’arcobaleno. Un giorno, verso la fine di agosto, un pensionato 64enne, Hüeyin Cetinel, si è messo a dipingere la scalinata sotto casa sua, nel quartiere di Cihangir. La mattina dopo si è affacciato alla finestra è ha scoperto che la scalinata era tornata di nuovo a essere colorata di grigio. Lo stesso grigio che copre le facciate dei palazzi del quartiere, quello grigio che i poliziotti passano di notte a spalmare sui disegni e le scritte e i graffiti che ricordano le rivolte dell’inizio dell’estate, quelle dei ragazzi di Gezi Park e di piazza Taksim. Pennellate di grigio che sembrano ricoprire mezza città, come una nebbia che scende a riprendersi il suo dominio. Il pensionato Cetinel ha dichiarato di aver deciso di colorare le scale mica per fare politica, ma solo “per fare sorridere la gente”, “per illuminare e rendere più bello il paesaggio”.
E la gente non si è arresa. Pochi giorni dopo, gli abitanti del quartiere sono riusciti ad ottenere un’autorizzazione ufficiale dal Comune, hanno comprato secchi di pittura e pennelli e si sono rimessi, tutti insieme, uomini e donne, ragazzi e pensionati, a ridipingere la scalinata dei colori dell’arcobaleno. E mano a mano anche altre scalinate, prima nei quartieri vicini, poi verso la periferia, poi in altre città più lontane della Turchia, hanno visto arrivare persone pronte a farle diventare colorate. Ieri, intanto, anche a Istanbul sono ripresi gli scontri più violenti tra i manifestanti e la polizia, come un paio di mesi fa. Domenica, quando sono passato davanti alla prima scalinata, c’erano ancora ragazzi del posto e turisti che si mettevano in posa per una foto e qualche vecchietto che si guardava spaesato, aggrappandosi alla ringhiera.